
Resoconto dell’arrivo a Taranto dell’Amerigo Vespucci, a conclusione di un ciclo di formazione.
Casualmente; molte cose avvengono per una coincidenza di eventi e azioni.

Così è stato per questa opportunità creatasi all’improvviso e che mi ha dato l’opportunità di fotografare a due passi da casa quella che venne definita tramite i segnalatori luminosi di bordo, nel 1962, da un ammiraglio della USS Independence, , “la nave più bella del mondo”.

Saltuariamente utilizzo l’app Vessel finder per individuare il passaggio di yacht e navi particolarmente significativi da fotografare.
Se ad esempio devo recarmi a Otranto, Santa Maria di Leuca, Gallipoli o Brindisi, un rapido sguardo a Vessel finder mi consente di vedere quali navi o yacht sono in porto o in transito nelle vicinanze, e se può valer la pena tentare di fotografarli.

E successo così che poco dopo ferragosto ho notato che l’Amerigo Vespucci, meravigliosa nave scuola della Marina Militare italiana, stava attraversando lo stretto di Messina, con destinazione Taranto e ETA (Estimated time of arrival, l’ora di arrivo approssimata) il 22 agosto alle 8:00.

Ho subito avvertito il mio amico catanese Luca Mangano, pensando che il Vespucci avrebbe fatto sosta da qualche parte alla fonda in Sicilia: una buona opportunità fotografica avendo una barca , ma lui era in vacanza.
A quel punto ho cominciato a valutare che sarebbe stato possibile anche per me organizzarmi per accogliere all’arrivo il Vespucci, e quindi, con qualche giro di telefonate ad amici tarantini, ho trovato un gommone disponibile, grazie alla Lega Navale di Taranto.

“Siete la nave più bella del mondo”
Il Vespucci, da programma, sarebbe andato all’ormeggio presso il Castello Aragonese di Taranto, presidio della Marina Militare, attraversando prima il canale navigabile del ponte girevole, e uscendo quindi con prora verso Mar Grande dopo aver girato nel Mar Piccolo.

La mente è tornata a quella che fu negli anni 60 una manovra rimasta nella storia della marineria, quando il Capitano di Vascello Agostino Straulino al suo comando, ne attraversò il canale navigabile manovrando a vela. Considerate le dimensioni reciproche, del Vespucci e del canale, un operazione strepitosa, anche se lui, minimizzando, la liquidò:
“Condizioni favorevoli, ottimo equipaggio”
La manovra fruttò a Straulino due lettere dall’Ammiragliato: una di encomio, per l’abilità dimostrata e una comunicazione di 10 giorni di arresti, per aver infranto le norme.
Seguo su Vessel finder l’Amerigo Vespucci, che accosta verso Taormina, poi giunge a Siracusa e passa la notte alla fonda davanti alle coste di Marzamemi; il giorno dopo riparte e seguendo la traccia intuisco che si stanno concedendo della navigazione a vela, con tanto di strambate e bassa velocità.

Giunto a 2 nodi zigzagando davanti a Crotone la sera dell 20 agosto, penso che darà fondo per fasi ammirare davanti a Capo Colonna.
Il pomeriggio del 21, mentre mi preparavo per andare al mare con la famiglia, controllo su Vessel finder a che punto fosse il Vespucci, per scoprire che durante la notte aveva dato motore e, trasferitosi davanti alla costa di Castellaneta, si avviava all’ingresso nel Mar Grande, che stava in quel momento attraversando con un giorno di anticipo.

Un attimo di sgomento e incertezza, poi prendo la decisione: niente mare, si va subito a Taranto, prendo la fotocamera e cavalletto via di corsa.
Dopo poco più di un ora sono a Taranto sul lungomare, giusto in tempo per fotografarla davanti al castello, mentre vira e si reca al largo nel Mar Grande, verso Capo San Vito, dove resterà fino a dopo il tramonto. Fattosi buio tornerà a ridosso della città, con i 3 alberi splendidamente illuminati con fari tricolori.

Il giorno dopo arrivo a metà mattina presso la nave, che da programma avrebbe attraversato il canale tra le 13:30 e le 16:00, orario programmato per l’apertura del ponte che taglia in due la città.

Il tempo passa in fretta fotografando, ma accade poco per un paio d’ore, salvo la cerimonia di imbarco del Comandante della Flotta, con tutti i cadetti arrampicati in alta uniforme sulle griselle. Il comandante arriva con una splendida pilotina in legno, che viene issata a bordo dopo il suo imbarco.
Finalmente il Vespucci dà avvio al suo programma: uscita in mare aperto e poi nuovo ingresso in Mar Grande con prua dritta sul canale di Taranto, attraversamento, virata in Mar Piccolo e poi nuovo attraversamento fino all’ormeggio sulla banchina del Castello Aragonese.

Un codazzo di una cinquantina di barche, derive, hobie cat e canoe segue l’evoluzione della manovra, tenute a distanza dalle motovedette che frenano gli eccessi di barchini e gommoni.
Con mia sorpresa cira 3 miglia prima dll’ingresso vedo issare una buona a parte della velature, e comincio a chiedermi se la manovra avverrà a vela…. poi valuto: troppo poco vento, abbrivio insufficiente…. e poi l’equipaggio è in gran parte parato sulle griselle, credo che avrebbero ben altri impegni in caso di manovra a vela.

L’ingresso nel canale è festoso, con sirene, fischi, una banda militare e centinaia di persone assiepate (di questi tempi forse si poteva evitare?) sotto al meraviglioso monumento dei 2 marinai che accoglie l’arrivo a Taranto.

Nel canale l’acqua è spumeggiante e tutte le barche autorizzate al passaggio (le barche a vela non lo sono, per via dell’altezza dell’albero), persino una lancia a remi del gruppo Rematori della Magna Grecia, seguono l’Amerigo Vespucci nel suo ingresso in Mar Piccolo.
A seguire due rimorchiatori entrano in Mar Piccolo e agganciano la nave scuola per accompagnarla all’ormeggio.

Dopo tanti anni passati a stretto contatto con il mare non avevo mai incontrato il Vespucci, e sono davvero felice di aver potuto cogliere quest’occasione.

Il Vespucci è orgoglio italiano, quello che mette d’accordo tutti, senza badare se destra o sinistra, il nostro ambasciatore nel mondo, a prescindere, e davvero vederlo navigare riempie di ammirazione chiunque ami la bellezza e il mare.