
Mi trovo a Napoli per alcuni reportage fotografici a strutture ricettive, che saggiamente cercano di rifarsi un po’ il look e migliorare la propria comunicazione, dopo questa estate post lockdown da pandemia. Nelle grandi città il boom di turismo nazionale non c’è stato, e c’è ancora una certa sofferenza nel flusso di presenze. E abbiamo davanti un inverno che non promette bene, purtroppo, in attesa di un vaccino o soluzioni diverse.

Dopo aver completato il mio impegno di lavoro per la giornata, ho qualche ora del pomeriggio libero, e domani mi sposterò sulla penisola sorrentina. L’atmosfera però non mi piace: i contagi salgono, la gente indossa mascherine con grande fantasia, Napoli ha numeri crescenti, e non ho voglia di trovarmi nelle situazioni mediamente affollate, tipiche di una grande città.

Passeggiando dietro Porta Alba incontro il laboratorio del Maestro Liutaio Alessandro Zanesco, giovane artigiano in via San Sebastiano.

Gli chiedo di poter scattare qualche foto nel suo atelier di liuteria, e, complice un improvviso diluvio, mi trovo a trascorrerci il pomeriggio insieme, ascoltando musica classica, circondato dalla bellezza e dal fascino di un mestiere antico, dagli armonici dei legni, dal calore degli strumenti, e dalla serafica serenità di Alessandro.

Si parla di musica, di suono, di vernici fatte in casa con ricette antiche, delle proprietà dell’equiseto e dove trovarlo, del più e del meno; e mentre mi lascio trasportare dalla tranquilla atmosfera, due ore passano in fretta; smette di piovere e posso rientrare al mio hotel, dove ho un po’ da fare per prepararmi a domani, per un reportage turistico a Sorrento
Porto a casa qualche bel ritratto, qualche dettaglio, e il piacere del tempo trascorso con un artigiano, un modo come un altro per sentire il respiro di questa Napoli, città straordinaria nella quale non si è mai soli.

